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Pagina 12 - La vicenda del Colosseo









Sicuramente il neo soprintendente Francesco Prosperetti classe 1953, laurea in Architettura presso l’università La Sapienza di Roma nel luglio 1977 (votazione 110 e lode), passato dalla Soprintendenza di  Reggio Calabria a quella di Roma sognava di lavorare sulla bigliettazione, sulle membership, sui tempi, sulle code, sul fundraising che può essere fatto anche in modalità crowdfunding, vista la quantità di contatti che facciamo come Roma. Poi ci saranno –diceva o sperava- i 5 milioni che verranno spesi per un grande centro servizi sotterraneo a fianco del Colosseo, per il quale presto sarà lanciata una gara d’appalto. Non disdegnava nemmeno una audace applicazione dell’”anastilosi”, forse suggeritagli da qualche ortopedico (ma in tema non ci esprimiamo).  Allontanati (da Marino, però …) gli orrendi automezzi per la vendita di beveraggi e panini attorno al Colosseo  pensava di provvedere all’installazione di distributori automatici d’acqua e all’apertura di una caffetteria, all’inaugurazione di un ristorante gourmet che sorgerà sul piano alto e sulla terrazza del Museo Palatino.

Intanto che lui sognava e progettava ha dimenticato UN piccolo particolare: pagare dieci mesi di straordinari ai dipendenti che gli consentono di mungere quella vacca dalle tette d’oro che è il Colosseo.
Insomma un ragazzo con le idee chiare e grandi progetti (oddio: i Bronzi di Riace inchiodati a Reggio patiscono la soliti duine ma se ne faranno una ragione…). Un renziano.
Invece quegli stronzi di dipendenti hanno proclamato uno sciopero tra le 9 e le 11,30 e i turisti, sono rimasti fuori dai cancelli. Uno tsunami politico: il Renzi e il Franceschini hanno modificato la legge in meno di 24 ore ed hanno inserito i monumenti come servizi pubblici essenziali e quindi con regole differenti per eventuali scioperi dei dipendenti.
Il barbone veneziano li ha gentilmente bollati : ma tanto non gli danno ascolto.

Mettiamo però dei punti fermi per ragionare con la crapa piuttosto che con la pancia o i piedi sozzi dei centurioni.
Il Colosseo fa incassare alla Sovrintendenza di Roma la  somma di 50.000.000 (cinquanta milioni) di euro che NON vengono versati allo Stato ma  sono usati "autonomamente" dalla Sovrintendenza stessa. Idem per Napoli-Pompei: casi unici in Italia.
Quelli che vi lavorano dentro sono pagati dalle stazioni appaltanti (che versano però il fitto alla Sovrintendenza romana) mentre i dipendenti pubblici sono pagati dal Ministero (che ha un debito medio di oltre 4 mila € per ciascun dipendente (pubblico) da 10 mesi.
Non so se avete "colto" il particolare.
Per capire meglio chi c’ha voce soldi in capitolo le biglietterie del Colosseo sono gestite (tramite appalto) da una  cooperativa , la CoopCulture , collegata con Electa quindi con Mondadori. Guarda un po’ dov’è arrivata la manina del cavaliere magari con un appalto ai tempi del mitico Galan? Tra i  lavoratori ci sono persone che hanno oltre 50 anni e ancora li tengono part-time dopo 20 anni di servizio.... alla cifra altissima di CINQUE  euro all’ora.
Non so se avete "colto" il particolare.
Oltracciò uno.
Viene stimato che il bagarinaccio sui biglietti faccia incassare in nero una somma pari a 1/3 (15-18 milioni di euro) dell'incasso ufficiale.
Non so se avete "colto" il particolare....
Oltracciò due.
Attorno al Colosseo si muove tutto un mercato legale e illegale (venditori alberghi trasporti ecc.) generato dall'afflusso dei visitatori che si stima almeno sui 50 milioni di euro.

Il fatto è che se si va sul sito della Soprintendenza Romana (http://archeoroma.beniculturali.it/amministrazione/programmazione-e-bilancio) non si trovano i bilanci delle stessa. Anzi la pagina è vuota.





















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