Camera e Senato
chiedono alla Lega 59 milioni.
Che la Lega dopo la lunga trasferta romana si
fosse abituata al tran tran romano meritandosi il soprannome
romaladrona-legaladrona era notizia di
vent’anni or sono. Che nella Lega ci fossero esperti di diamanti e di lingotti
aurei nonché di banche del nord e di villaggi turistici (tutto fallito) in
Croazia era cosa nota. Le vicende economiche satiriche furfantesche politiche
dei fratelli Bossi e di Bossi senior sono ormai consegnate alla storia. Parve
che ai tempi della scopa sul palco della fiera di Bergamo, Maroni e Salvini
avessero ripulito le Lega vecchia dai casini del padre padrone, dei suoi figli
discoli, di qualche amministratore esperto di investimenti in Zambia (o li
vicino) e di qualche dama nera emerita
in campo scolastico e invece il Senato e la Camera nell’anno di grazia 2015,
proprio quando il Salvini si celebra contemporaneamente su cinque canali
differenti della tv di stato, si
assiste alla costituzione di parte civile di Camera e Senato con la quale il
Parlamento chiede ai leghisti la restituzione di 59 milioni di rimborsi
elettorali oggetto della truffa (19 in più di quelli richiesti dalla stessa
procura).
Uela! 59
milioni, mica patatine.
Bossi accusato
di avere presentato insieme a Belsito i rendiconti elettorali falsi, non ci sta
a pagare da solo il conto con la giustizia, visto e considerato che i soldi
oggetto della truffa che gli è contestata, il cosiddetto corpo del reato, sono
stati incassati e spesi dai due segretari che si sono avvicendati dopo di lui,
Roberto Maroni e Matteo Salvini.
Apriti cielo!
Conclusione. "Non esiste questa
cosa - s'è difeso Maroni - Io ho guidato la Lega per 18 mesi e ho fatto
certificare e verificare ogni spesa da un'agenzia esterna. Quindi non ho alcun
timore, i conti sono in ordine". "Io sono tranquillo e onesto - aggiunge Matteo Salvini -
la Lega è cambiata, è pulita e trasparente". Sul passato io non do
giudizi".
Che fine abbiano fatto
i soldi, al momento, non lo dice nessuno.
Quel che è certo è che
sono stati spesi tutti.
Uela! 59
milioni, mica patatine.
Notizia dal L'Eco bergamasco.
Martedì 03 novembre 2015.
Regione Lombardia:
Profughi e taglio fondi al Parco Colli
In Regione la maggioranza va sotto (;-))
Una sconfitta per la maggioranza in Regione. Il
consiglio regionale ha approvato una mozione che chiede la cancellazione della
delibera che priva gli enti che ospitano richiedenti asilo dall’assegnazione di
finanziamenti.
In Bergamasca è il caso del Parco dei Colli per la
struttura della Ca’ Matta. Opposizioni e franchi tiratori hanno insomma mandato
sotto la maggioranza: la mozione approvata impegna la giunta a ritirare la
delibera.
La mozione è stata approvata a voto segreto (34 sì e
28 no): era stata presentata dal Patto Civico (primo firmatario l’ex sindaco di
Bergamo, Roberto Bruni) e impegna la giunta a revocare la delibera sui criteri
di finanziamento degli enti gestori dei parchi approvata lo scorso 2 ottobre.
La delibera era stata approvata proprio in seguito al
verificarsi del caso del Parco dei Colli di Bergamo, in pratica dopo che in una
struttura del Parco – Cà Matta – si erano ospitati 41 richiedenti asilo di
varie nazionalità.
L’assessore all’Ambiente Claudia Terzi ha nuovamente
definito la delibera regionale «legittima contro un atto illegittimo di un
Parco che, finanziato con risorse pubbliche, ha come scopo la difesa
dell’ambiente e non certo quello della locazione». E ha poi annunciato che
potrebbe ripresentare un provvedimento analogo, rendendo di fatto vana la
mozione.
Identiche prese di posizione, circa la legittimità del
provvedimento, per la maggioranza sono venute da Lara Magoni (Lista Maroni) e
Roberto Anelli (Lega Nord), mentre Umberto Ambrosoli del Patto Civico e Jacopo
Scandella del Pd hanno sostenuto la decisione regionale «illegittima»
sottolineando che su «un tema importante come i profughi la Regione dovrebbe
invece collaborare con i vari livelli istituzionali e non provocare scontri».
Favorevole alla mozione anche il Movimento 5 Stelle.
Reazioni e commenti
Elena Carnevali, deputata Pd: «Il sì alla mozione
restituisce dignità alle istituzioni»
«L’approvazione della mozione presentata dal Patto
Civico, sottoscritta dal Pd e altri che chiede la revoca della decisione della
Giunta di penalizzare gli Enti come il Parco dei Colli “rei” di aver accolto i
richiedenti asilo è una scelta di buon senso, a cui va il mio plauso, che
restituisce un po’ della dignità persa dalla Regione con il taglio dei fondi.
E’ un fatto politico rilevante, che disconosce la
linea strumentalmente dura e senza senso dell’Assessorato all’Ambiente: nei
fatti è una smentita politica dell’azione dell’assessore Terzi, che aveva
difeso con le unghie e con i denti il provvedimento. A lei il trarne le conseguenze.
Aggiungo infine che, se la solidarietà umana nel corso
di tragedie come quelle che si stanno verificando in questi mesi in tutta
Europa è dovuta, i profughi ospitati nel Parco dei Colli non sono stati dei
semplici “mantenuti”, ma hanno contribuito alla manutenzione del parco stesso
in cambio dell’accoglienza».
Roberto Anelli, Lega: «Accoglienza dei clandestini
contraria con le finalità del parco»
«Come Lega Nord – spiega Roberto Anelli – abbiamo
votato in modo convintamente contrario a questa mozione del centro-sinistra che
chiede di annullare quanto sancito dalla delibera regionale che ha ridotto i
finanziamenti al Parco regionale dei Colli di Bergamo e siamo dispiaciuti che
una parte della maggioranza si sia comportata in modo differente.
In primo luogo è bene rimarcare che si è arrivati alla
situazione odierna per tutta una serie di decisioni illegittime, prese per lo
più da sindaci di una determinata area politica, che, in aperta contraddizione
con il regolamento del parco, hanno voluto utilizzare il Centro parco “Cà
Matta” per ospitare i clandestini, su invito del prefetto di Bergamo. Tale
struttura però, stando a quanto sancito dallo statuto, dovrebbe essere
destinata ad offrire percorsi di educazione e sostenibilità ambientale rivolti
a gruppi e scolaresche, fini che nulla hanno a che vedere con l’accoglienza di
eventuali profughi.
Inoltre è bene mettere in chiaro che il perdurare di
questa situazione ha trasformato quella che doveva essere una parentesi
emergenziale del 2014, in una prassi consolidata per far fronte alla crescente
pressione migratoria, con un danno evidente – conclude Roberto Anelli – alla
conservazione e fruizione proprie del parco».
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