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Pagina 46 - ISIS, Siria, Putin, Kurdistan







Isis, Siria, Kurdistan, Putin contorni e dintorni.
Il mio parere serve a nulla ma spero serva alla pace.

L’ISIS non ha fabbriche di armi. Gliele hanno vendute o vendono all’80-90% i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Cioè quelli che dicono di combatterlo. L’ISIS ruba il petrolio al popolo iracheno e siriano per finanziarsi le armi e la paga dei soldati. Gli occidentali comprano il petrolio rubato dall’ISIS. L’ISIS è un problema relativo da spendere da parte dei governi occidentali sui media anche perché quelli dell’ISIS sanno bene utilizzare i media moderni. Fuori dubbio che quelli dell’ISIS siano degli assassini dove allignano soldati di ventura, criminali comuni, esaltati religiosi. Ma non è che nemmeno i loro avversari sui media e sul campo siano stati (sottolineare: SIANO STATI) meno delinquenti.

Le guerre le dichiarano i vecchi ma in guerra muoiono per lo più i giovani. Muoiono i giovani combattenti, i bambini e le donne. Altro che armiamoci e partite.

Acqua, petrolio, demografia. Il principale problema mediorientale nei rapporti tra il mondo occidentale non viene (quasi) mai messo in discussione: è un problema demografico. Il Medio Oriente cresce dell’1,8% mentre l’Europa cresce dello 0,4%. Il mondo arabo è composto di giovani sotto i 40 anni, molto prolifici, molto informati, laici, desiderosi di pace istruzione benessere. Israele e il mondo occidentale è fatta di anziani e di giovani pochissimo prolifici. In queste condizioni è evidente che chi cresce metterà in un angolo chi non cresce. Mancanza di acqua (tre quarti dell'acqua disponibile di questa regione è nelle mani di soli quattro stati: Iran, Iraq, Siria e Turchia) , riduzione delle scorte petrolifere (la riduzione delle scorte estraibili a buon mercato potrebbe avvenire entro meno di 10 anni) e crisi demografica sono i problemi che  incombono sul Medio Oriente da sempre a ancora di più d’ora in avanti.

Due popoli e due stati fu per molti anni lo slogan per la soluzione dei problemi in Israele e Palestina. Per oltre 40 anni è stato un mantra internazionale per perseguire la pace. Ormai questa soluzione appare impraticabile. Il segno più evidente sono i 2000 km di “muro della vergogna”edificati da Israele contro gli arabi palestinesi.

Turchia, Siria, Iraq, Iran e repubbliche attorno al Caspio sono altrettanto attraversate da divisioni molto forti per motivi religiosi economici  e libertari. Come un cerchio l’ISIS ha preso il controllo di fette di territori che appartengono a questi paesi e sono ricche di riserve energetiche.

Obama  fece la scelta isolazionista di ritrarre (finalmente…) gli USA dalle guerre esterne dopo i tragici errori  compiuti dai suoi predecessori in Afganistan Iraq e Libia. In questo momento invece Putin è assai deciso ad avanzare la propria presenza e influenza (e mantenerla col ferro…) dal Caspio verso la Siria (dove non vuole perdere per nessun motivo le basi sul Mediterraneo), l’Iraq senza disdegnare un ottimo rapporto coll’Iran, oggi meno arrabbiato cogli USA. Putin ha mostrato con chiarezza a tutti i suoi vicini che coi suoi missili (armabili anche di testate atomiche) di potere colpire fino a 2500Km dal suo territorio.

Si può prevedere che entro l’anno il vero protagonista internazionale del Medio Oriente sarà Putin. La Russia e il MedioOriente hanno in mano le risorse energetiche dell’Occidente. Obama (forse) immaginava che lo shale gas avrebbe potuto tenere  lontano gli interessi USA dalle risorse energetiche internazionali ma lo shale gas non ha dato i frutti sperati. Pure Israele è avvertita circa l’uso della bomba atomica contro l’Iran. Egitto, Libia ed altri paesi dell’Africa sono problemi per l’Europa piuttosto che per Putin od Obama.
Quando hai una base nel Mediterraneo i problemi dell’Arabia Saudita e dello Yemen (la prima contro gli sciti hawhiti dello Yemen) sono gestibili anche perché sono paesi che entro dieci anni salteranno in aria e quindi… chi può dire che fare adesso? Elegantemente lasciamoli scannarsi.

ISIS. Se non puoi vincere un nemico cerca di creare un rapporto. Coll’ISIS si può fare ed è quello che sperano tutti. L’ISIS sostanzialmente controlla le grandi vie di comunicazioni a cavallo di Iraq Siria Palestina Turchia Iran . Esiste una specie di zona centrale a quei paesi che “si può” benissimo lasciare in mano all’ISIS col poco o tanto petrolio che  è presente. L’ISIS non lo sconfiggi cogli stivali sul campo e nemmeno con gli aerei o i droni: allora….

Kurdi. Il problema kurdo è molto grande e importante perché coinvolge politicamente e militarmente in modo assai pesante la Turchia che è un membro della NATO. Ulteriore tragedia è che tutti gli altri paesi NATO sono favorevoli ad una “certa” indipendenza kurda sia in Turchia che negli altri stati dove  abita il popolo curdo. Il fatto è che la zna kurda ha in mano almeno il 50% delle riserve di acqua potabile della zona.


In questo momento Putin sta combattendo sia l’ISIS che i ribelli interni  e pure i Kurdi pure loro contro Assad. Insomma Putin vuole mantenere fermi e saldi –quindi in mano a un governo “amico e sodale”- le basi aero-navali sul Mediterraneo e quindi con la consueta tragica pragmaticità, bombarda tutti: ribelli interni alla Siria, ISIS, Kurdi. E se qualcuno della NATO protesta alla faccia della (quasi assoluta) inutilità di quegli interventi aerei, Putin li spernacchia.

Se l’idea dei “due popoli due stati” è fallita tra Israele e la Palestina, questa certezza la si legge anche  nel caos attuale dal momento che NON è nemmeno immaginabile pensare alla creazione di una nazione kurda a cavallo di 3-4 altri paesi, come non è nemmeno immaginabile una grande enclave sotto il controllo dell’ISIS (e tollerata da tutto il resto del mondo) nei territori desertici a cavallo di Siria Iraq e qualcun altro.

Quindi ? . Le soluzioni mi paiono due che però vanno assieme. La prima è la formazione di una vera Europa al posto del casino attuale dove la leadership non sia in mano a nazioni con un passato troppo sporco (la Germania contro gli Ebrei, il colonialismo inglese e francese p.e.) che punti decisamente ad una riduzione dei propri consumi energetici minerali in modo da liberarsi il più possibile dalla “relazione obbligata” con Putin e dintorni caucasici e del MedioOriente.
La seconda è un’Europa che torni a crescere demograficamente.

E una terza ? Il ripudio della guerra.

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