Razzolare male e predicare bene.
Quando la chiesa rovescia il buonsenso.
Dopo tre settimane di riunioni, e a conclusione di un lavoro durato oltre due anni, è stato votato dai 270 “padri” il documento finale, relatio finalis, del Sinodo della famiglia: la relazione è stata approvata con una maggioranza pari ai due/terzi. Il quorum è stato raggiunto su tutti i punti della relazione. Tre settimane piuttosto tempestose.
Prima il coming out omosessuale del
monsignore polacco Charamsa (che un monsignore bergamasco –colto da pietas
cristiana- ha gentilmente definito come “la svampita”); poi la lettera di
dissenso dei 13 porporati conservatori; ultimo il falso sul
tumore al cervello di Papa
Francesco. Tre fatti accaduti in perfetta successione temporale in coincidenza col
Sinodo, che non sollevano Bergoglio da un futuro privo di colpi. L'ultimo caso,
eclatante per la sua evidente costruzione (un male alla testa del Papa, con
l'intenzione di mostrare che le facoltà mentali del Pontefice non funzionano),
è comunque servito in ultimo a mostrare che i
tentativi maldestri di chi all'interno e all'esterno della Chiesa gli è contro,
non potevano avere successo in questa tornata.
Il tutto
si assembla in un poderoso documento di 32 pagine da dove si ricava che il
documento 84 è approvato con 187 si e 72
no, l’85 è approvato per un voto con 178 si e 80 no; l’86 è approvato con 190
si e 64 no.
Ma ci sono
anche il 70 approvato con 213 si e 47 no e il 71 con 218 si e 42 no .
Il 70-71
indicano una scelta assolutamente favorevole al matrimonio tradizionale in
chiesa .
L’84-85-86
riguardano la ri-accoglienza dei battezzati e divorziati all’Eucarestia ed ai Sacramenti: “i battezzati che sono
divorziati e risposati civilmente devono essere più integrati nelle comunità cristiane
nei diversi modi possibili, evitando ogni occasione di scandalo”.
Al Sinodo passa il “compromesso tedesco” scrive la stampa. Il circolo
" Germanicus" è stato l'unico, all'inizio dell'ultima settimana di
Sinodo, a trovare l'unanimità fra le diverse componenti, quella dei falchi e
quella delle colombe, e a pilotare l'aula verso il quorum richiesto. Ma il
successo non genera una Chiesa pacificata sotto Francesco. Un terzo dei vescovi
del mondo gli rema contro, come la conta dei voti dimostra. E questo è dunque
solo un armistizio fra le due anime diverse. "La strada è ancora molto
lunga", dice il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco di Baviera,
grande tessitore dell'intesa, uno degli artefici della vittoria germanica al
Sinodo. I bene informati affermano che la chiesa tedesca avrebbe messo le mani
sui risultati del prossimo Conclave.
Fa piuttosto impressione leggere tutte queste belle proposizioni in
ordine alla possibile Eucarestia da somministrare dopo attento percorso di
comprensione caso per caso ai battezzati-divorziati,
come fa impressione il negare del matrimonio tra persone dello stesso sesso e
la condanna netta della pedofilia perché
le tre mascalzonate che da dentro la chiesa sono state inflitte al papa nei giorni del Sinodo, dicono l’esatto
contrario e non per una piccola parte
dei suoi grandi “padri” ma per un terzo di essi.
Fa impressione prima di tutto perché
si tratta di casi numericamente insignificanti, ma fa impressione immaginare come
si comporteranno nelle rispettive diocesi uno di quegli 80 NO rispetto ai 178
SI del punto 84 alla luce delle legante assestiate al Sinodo e al papa coi tre
episodi citati. Salve che domani non ne
escano anche qualcun altro.
Facendo poi finta di non vedere-leggere quanto accade nella tragedia
della pedofilia.
Adesso Papa Francesco e i suoi 188 padri hanno parecchio daffare. Sopratutto
per convincere quegli 88 “padri” che non sempre vogliono comportarsi come “tali”.
Insomma, da laici, facciamo i nostri auguri.
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