Corriere della Sera
Thomas Piketty e la retorica ideologica dei numeri
L'economista francese commenta i fatti di Parigi. Ma i numeri e le
statistiche importanti per cercare di capire il mondo non possono essere usati
per sostenere una posizione ideologica - la colpa dell’Occidente - perché
confondono.
di Danilo Taino
No, professor Piketty, la disuguaglianza non
può diventare la spiegazione del mondo. Non del terrorismo di Parigi. Fare
risalire tutto alle disuguaglianze - naturalmente create da noi occidentali -
porta a uno strabismo mortale. Fa credere che Daesh e simili combattano, seppur
con armi orribili, contro un’ingiustizia e per migliorare le condizioni dei
popoli musulmani. In realtà, combattono le biblioteche e i cinema della sua e
nostra Parigi, l’Opera, i ristoranti della città, il Louvre, la Sorbonne, le
canzoni di Edith Piaff, lo Chablis, Voltaire e l’immensa folla dei grandi
francesi, e occidentali; per mantenere i popoli musulmani nella povertà e
nell’ignoranza, non per lasciarli crescere e istruire. I numeri, le statistiche
(cibo del professor Thomas Piketty) sono importanti per cercare di capire il
mondo. Usati però per sostenere una posizione ideologica - la colpa
dell’Occidente - confondono, fanno perdere l’orientamento nella risposta da
dare al terrorismo.
In un articolo su Le Monde , il professore
sostiene, tra le altre cose, che la zona che va dall’Egitto all’Iran, via
Siria, Iraq e Penisola Araba è «la regione più diseguale del pianeta»: tra il
60 e il 70% del Pil della regione fa capo alle monarchie del petrolio, che hanno
il 10% della popolazione. Monarchie colpevolmente sostenute dall’Occidente. Che
l’Occidente abbia fatto errori gravi, nel Novecento, è sicuro. Ma sostenere che
la povertà di grandi masse del Medio Oriente (in realtà la regione a più bassa
crescita del pianeta) dipenda da America e Francia e non dalla mancanza di
istituzioni del diritto e della democrazia, dall’assenza di mercati liberi,
dalla disastrosa condizione femminile, dalla repressione religiosa e politica è
un passo troppo lungo e poco giudizioso da fare. Più veritiero sarebbe
ammettere che Parigi è il risultato glorioso dell’Occidente, un modello anche
per i musulmani, non il tiranno del Medio Oriente.
22 novembre 2015 (modifica il 22 novembre
2015 | 13:47)
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